Carteggi di Psicologia
Selezione

Selezione del personale – Storia della psicologia

La selezione del personale costituisce un’area di intervento per la quale si è venuta definendo gran parte dell’immagine sociale dello psicologo del lavoro. Essa è costituita da due fasi essenziali: l’ammissione o il rifiuto dei soggetti in cerca di lavoro e, successivamente, il loro inserimento all’interno dell’organizzazione[1].

In questo campo d’indagine, i più importanti contributi in Italia sono stati storicamente forniti da Agostino Gemelli. Il suo interesse sul problema della selezione è documentabile in numerosi lavori e ricerche dedicato all’argomento, a partire dalle prime esperienze di selezione del personale militare.

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Secondo Gemelli, l’aspetto principale della selezione era la fondamentale unità della personalità dell’individuo che non doveva mai essere sottovalutata, tenendo sempre presente la totalità dell’uomo[2]. Un esame psicologico che escludesse i fattori emotivi della personalità era inevitabilmente carente, in quanto la selezione era finalizzata non solo alla scelta di individui adatti per lo svolgimento di una data professione, ma anche alla trasformazione delle attitudini in abilità, grazie alle quali poter compiere un determinato lavoro con il minor sforzo possibile, con il minor danno e con una produzione e un rendimento maggiori.

Pertanto per Gemelli la selezione industriale non doveva essere considerata come un semplice esame per essere ammessi ad un determinato lavoro, ma come l’inizio di un processo continuativo finalizzato all’adattamento e all’orientamento dell’uomo al lavoro[3]. Tutto ciò traspare dall’opera Nuovi punti di vista e nuovi criteri nella selezione e nell’orientamento, pubblicata nel 1943, all’interno della quale il Gemelli sostiene che “la selezione e l’orientamento non sono che un momento dell’educazione; si tratti di istruire o di educare un fanciullo, si tratti di istruire o di educare un uomo come operaio o come soldato, il problema è sempre lo stesso”.

La selezione veniva prevalentemente effettuata da Gemelli tramite i cosiddetti test analoghi, test finalizzati alla simulazione delle diverse fasi del lavoro. In questo caso particolare, il nostro veniva a strutturare l’esame su tre test in particolare[4]:

  • un test di attenzione, che consisteva nel riconoscere, correggere o ordinare, secondo vari criteri, determinate parole che apparivano di fronte l’interessato (test relativamente facile in quanto il campione era caratterizzato da operaie abbastanza colte, non analfabete);
  • un test per esaminare la capacità di discriminazione tattile, disponendo su una tavoletta dieci campioni di carte di diversa granitura (superficie). Le operaie, ad occhi chiusi, dovevano trovare tra questi dieci campioni quello uguale ad un campione che avevano precedentemente esaminato col tatto;
  • un test nel quale le operaie, tra dieci matasse di lana, uniformi per colore e di uguale grandezza, dovevano scegliere quella uguale ad un campione che gli era stato prima presentato per un tempo determinato e costante. I campioni erano disposti su una tavoletta in modo da eliminare ogni altro elemento di giudizio che non fosse l’apprezzamento della qualità della lana e il loro riconoscimento di uguaglianza.

Oltre ai test analoghi, nella selezione industriale vengono utilizzati anche specifici prove mentali, finalizzate ad esaminare le funzioni caratteristiche per i differenti campi di attività nei quali l’operaio deve impegnarsi: lo scopo da raggiungere è, appunto, quello di studiare tecnicamente le abilità professionali dei lavoratori[5]. Le prove psicotecniche da adottare potevano essere di due tipi:

prove intellettuali, articolate in prove di:

  • memoria;
  • rapida esecuzione di operazioni a catena;
  • ricostituzione e scissione di figure geometriche;
  • operazioni alfabetiche (es., disposizioni di parole in ordine alfabetico).

prove di destrezza, articolate in prove di:

  • analisi dei tempi di reazione;
  • sostituzione di numeri con lettere o simboli;
  • completamento di disegni;
  • calcolo.

Nel particolare, le prove di tipo intellettuale erano finalizzate ad esaminare il grado di attenzione, il grado di memoria immediata, la potenzialità di concentrazione, la stanchezza, la precisione e la facilità del calcolo, il senso dello spazio nonché la destrezza mentale e manuale.

Le prove di destrezza erano considerate molto importanti nella selezione di impiegati destinati all’esecuzione di mansioni d’ordine (statistica, archivio, ecc.), perché consentivano di rilevare il livello di emotività, l’affaticamento, l’attitudine all’automatismo, la prontezza di percezione visiva e uditiva del soggetto, il potere di attenzione sostenuta, la precisione e la rapidità dei movimenti

Gli studi di Gemelli in questo campo erano principalmente rivolti ad una graduale trasformazione delle tecniche selettive a tecniche orientative, obiettivo basato sulla convinzione che l’orientamento precoce dei giovani poteva risolvere quei problemi nei quali la sola attività di selezione era inefficace.

L’azione selettiva, infatti, doveva necessariamente essere preceduta da un’azione di inserimento degli individui nell’ambiente di lavoro, contemporaneamente alla loro preparazione ed istruzione, ottenendo così un’efficiente ed efficace analisi del lavoro umano[6].

Un campo d’indagine, collegato a quello della selezione, si articola attorno agli studi sugli infortuni nel lavoro. Ricerche approfondite in tale settore hanno dimostrato che le cause degli infortuni non fossero solo la conseguenza del malfunzionamento di una macchina o di un utensile ma anche della mancanza nel lavoratore di quelle attitudini necessarie per eseguire un determinato compito.

Tra i vari contributi forniti a tale settore è importante ricordare quelli di Agostino Gemelli, autore di vari studi riportati in articoli come La selezione e l’orientamento professionale nella prevenzione degli infortuni sul lavoro, apparso nel 1955 sulla Rivista Internazionale delle Scienze Sociali, e nell’opera Come combattere gli infortuni sul lavoro del 1955.


[1] Novara F., Rozzi R. A., Sarchielli G., (1983), Psicologia del Lavoro, op. cit.

[2] Lombardo G. P., Pompili A., Mammarella V., (2002), Psicologia applicata e del lavoro in Italia: studi storici, op. cit.

[3] Gemelli A., (1943), Nuovi punti di vista e nuovi criteri nella selezione e nell’orientamento professionale, in Archivio di psicologia, neurologia, psichiatria e psicoterapia, Vol. IV.

[4] Gemelli A., Galli A., (1930), Testi di selezione per operaie addette alla cernita delle lane in una pettinatura, in Archivio di Psicologia, Vol. II.

[5] Gasca Diez M., (1932),  La scelta del mestiere. Zanichelli Bologna

[6] Spaltro E., (1960) La psicologia del lavoro nel pensiero di Agostino Gemelli. In Padre Gemelli    

   psicologo, AA.VV., Vita e Pensiero, Milano.

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