Questa mattina ho aperto Google per una ricerca e sono rimasto incuriosito, come ogni tanto mi accade, dal doodle.
Leggo che doodle è dedicato a Nise da Silveira psichiatra, psicoanalista e psicologa brasiliana (sottolineano allieva di Jung). Oggi ricorre il 115′ anniversario dalla sua nascita, il 1905.
Chi è? È la prima domanda che mi sono posto, subito dopo mi sono dato dell’ignorante. Una pioniera della psicoanalisi, così nota da meritare un doodle ed io non la conosco. Essere un cognitivista non mi giustifica a sufficienza. Ma come spesso accade, sappiamo poco delle cose che accadono dall’altra parte dell’oceano, nel sud delle americhe e ne sappiamo ancor meno riguardo le protagoniste femminili.
Comincio a colmare le mie lacune e scopro una donna rivoluzionaria, come Franco Basaglia, ma prima di lui, ha dedicato la sua vita a cercare di migliorare le condizioni di trattamento dei malati psichiatrici, restituendo loro umanità, ponendosi domande, cercando di capire più che contenere. In un periodo in cui la lobotomia era ancora fortemente utilizzata, per lei il reinserimento nella società doveva essere l’obiettivo, non la segregazione ed il contenimento. Oltre alle cure mediche era necessaria la psicoterapia, ma soprattutto la relazione umana. Fonda una clinica riabilitativa per pazienti psichiatrici gravi, la Casa das Palmeiras, proprio con l’obiettivo dell’umanizzazione dei trattamenti. Era 1956, nel 1953 Franco Basaglia completava la sua specializzazione, giusto per dare un riferimento nostrano.
Già nel 1952 aveva fondato a Rio de Janeiro il Museu de Imagens do Inconsciente, un centro studi per la conservazione delle opere prodotte dai pazienti ospitati nell’Istituto. Ha raccolto i lavori dei suoi pazienti, considerandoli parte di una narrazione del loro stato, considerandoli importanti per la comprensione della schizzofrenia. L’arte diventa lo strumento di conoscenza. Mi verrebbe da dire arte, narrazione e identità.
Ovviamente, come tutti i pionieri, ha avuto i suoi oppositori, che l’hanno accusata di essere comunista e per questo perseguitata, come se l’attenzione all’essere umano dovessero avere necessariamente un risvolto politico.
andare a leggere qualcosa su di lei, ne vale la pena!
Su netflix c’è un film a lei dedicato.
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