Il mondo delle relazioni cambia, la tecnologia, i nuovi sistemi informatici ci spingono a trovare nuove forme di comunicazione, nuove tipologie di scambio relazionale ed emotivo.
Le chat, i social network, i giochi on-line, sono gli strumenti con cui abbiamo imparato e stiamo imparando a confrontarci.
Siamo connessi, sempre, chattiamo, tweettiamo, pubblichiamo post su facebook, su istagram. La società sembra aver abolito i confini rigidi a cui era abituata, inaugurando affascinanti e nuovi universi di conoscenza e esperienza. Ha già modificato il registro delle nostre possibilità mentali e sensoriali, contribuendo a plasmare una nuova cultura e differenti modalità di percepire il rapporto con sé stessi, con gli altri e con il mondo.
Utilizziamo la tecnologia non solo a supporto della memoria e dell’apprendimento, ma anche per interagire, attivare processi di accettazione di sé e di monitoraggio del gradimento altrui.
Le chat ci mostrano in maniera evidente una forte contraddizione, da un lato le persone ricercano connessioni ed interazioni e dall’altro, nella vita reale, appaiono profondamente chiuse. I social sembrano così privilegiare forme di relazione che rispondono maggiormente ai bisogni narcisistici dell’essere umano.
Secondo Bauman, sociologo polacco, la fluidità, proprietà dei liquidi e dei gas, è metafora della condizione attuale degli individui: un individuo privo di riferimenti stabili, svincolato da legami personali durevoli e alleggerito da vincoli sociali, che nello stesso tempo però risulta oberato dal peso della ricostruzione permanente di un’identità stabile. L’altro viene contattato, conosciuto e fruito fin quando la sua presenza non diventa pesante e scomoda da accettare. La rivoluzione digitale e la virtualizzazione della realtà intercettano, esaltano e plasmano alcune caratteristiche dell’uomo “liquido”: il narcisismo, la velocità, l’ambiguità, ed il bisogno di relazioni leggere.
Legami solidi, impegni o desideri di più ampio respiro rischierebbero di rallentare i tempi di vita escludendolo dalle opportunità che si presentano nel mondo reale.
All’interno del mondo liquido, l’individuo vive in un mare di relazioni, abilità e conoscenze in continua evoluzione, che lo abituano a mutare forma in base al contenitore social che lo rende visibile, che lo rende incapace di assumere forme credibili e solide. Informalità, anonimato e possibilità di esprimere un’identità idealizzata concorrono all’opportunità di esplorare l’incontro con l’altro in modo più protetto, al riparo dal rischio di sentirsi rifiutati e giudicati.
La Virtualizzazione della relazione e la sua tecno mediazione (il suo essere mediata dalla tecnologia) eleggono una nuova forma di relazione: la connessione (Cantelmi,2013).
Con l’evoluzione della rete siamo cambiati anche noi , possiamo sapere tutto ciò che vogliamo in un secondo, ma l’ utilizzo di supporti esterni offre ai singoli protesi percettive e procedurali che creano le condizioni per un diverso sviluppo del pensiero.
La digitalità non è più una semplice evasione ma una dimensione del reale che incide profondamente nella struttura e organizzazione della mente umana. Per scoprirci immersi nella rivoluzione digitale non occorre guardare lontano basta scannerizzare la nostra vita quotidiana:
«se fino a ieri abbiamo vissuto in privato scegliendo quali parti della nostra vita rendere pubbliche, oggi viviamo in pubblico scegliendo quali parti della nostra vita mantenere private» (Greco, 2010).
Su Instagram ad esempio possiamo limitarci a pubblicare nome e cognome, a segnalare le nostre cerchie di appartenenza, a condividere passioni, frasi, luoghi ideali. La cultura web ci impone di raccontarci in poche righe in maniera sintetica, accattivante e spesso artefatta.
Ma non è questo un po’ riduttivo? Non toglie questo il piacere dello scambio, dell’essere completamente se stessi e della possibilità di affinare la sensibilità verso le emozioni proprie e altrui ?
Occorre essere attenti a non banalizzare il concetto e l’esperienza delle relazioni. Sarebbe triste se il nostro desiderio di sviluppare relazioni online si realizzasse a spese della vicinanza della famiglia e di coloro che incontriamo nella realtà di ogni giorno sul posto di lavoro, a scuola, nel tempo libero. Quando il desiderio di connessione virtuale diventa privilegiato , la conseguenza è che la persona si isola dalle piccole meraviglie che la realtà quotidiana offre, dal sorriso delle persone che incontriamo e dal piacere del contatto fisico.
Bibliografia
Bauman Z.( 2002)- Modernità liquida, Laterza, Bari
Bauman Z(2009)- L’ arte della vita, Laterza , Bari
Cantelmi T, Talli M, D’Andrea A, Del Miglio C (2000) – La mente in Internet, Piccin, Padova
Cantelmi –Tecnoliquidità.La psicologia ai tempi di internet: la mente tecno liquida.- San Paolo 2013
Gargani A.-Il sapere senza fondamenti, Einaudi , torino 1975.
GRECO G (2010). Giovani e media: una questione di media education. QUALEDUCAZIONE, vol. 75, p. 14-18, ISSN: 1121-7871
GRECO G (2014). La ridefinizione dell’intimità nei siti di Social network. In: (a cura di): GRECO G, Pubbliche intimità. L’affettivo quotidiano nei siti di Social Network. MEDIACULTURA, p. 242-273, MILANO: FrancoAngeli, ISBN: 978- 88-917-0911-0